Vivere da maestri

La fase complicata della vita di una anziano imprenditore è il suo tramonto

Il “maestro” non è semplicemente una persona preparata, è una persona vissuta, cioè attraversata da una vita di cui ha potuto essere “esperienza” in prima persona.
Il “maestro” è tale soprattutto per l’esperienza che ha vissuto.

Quando in un passaggio generazionale gli adulti accompagnano i loro figli sono dei maestri perché non danno nozioni, non impongono cosa e come fare, non insegnano delle teorie (questo potrebbe farlo tranquillamente un testo) o un insieme di regole aziendali o una tecnica codificata ma mettono a loro disposizione principalmente la loro capacità di trovare il bene nascosto nelle cose.
Una un genitore maestro è tale quando trasmette questa intelligenza esperienziale nel riuscire a ritrovare il bene.

Gli adulti sono una vera benedizione quando educano alla gratitudine non come una nozione moralistica, cioè non dice semplicemente che bisogna dire grazie, ma dice che nella realtà è nascosto un bene.
E quando il giovane trova questo bene, te ne accorgi perché questa esperienza fa sgorgare nel suo cuore la gratitudine.
Il giovane può imparare la gratitudine solo e soltanto se c’è qualcuno (gli adulti) che insegna a vedere il bene nascosto.

Invito a tramontare

Abbiamo visto tutti come è bello un tramonto. Chissà quante volte lo abbiamo ammirato e fotografato.
Gli adulti devono assicurare che i loro figli ne possano godere. Tramonto è il gesto del diminuire, del lasciare il posto, del tramontare è vivere una bella emozione.

La vita di un adulto è una vita benedetta quando lascia spazio, quando rende possibile la vita degli altri, quando si accorge che dal proprio arretrare può emergere anche la propria eredità.

Solo e soltanto quando si ha a cuore questo meccanismo generativo di filiazione, di prolungamento del proprio bene, attraverso lo spazio lasciato ai figli e agli altri, solo in quel momento diventiamo fecondi.

È molto difficile lasciare lo spazio agli altri.
La fase più sempre complicata della vita di una persona è appunto il suo tramonto.

Ma per poter tramontare bisogna avere la consapevolezza che la nostra esperienza e il nostro contributo hanno sempre un inizio e una fine.

Bisogna permettere ai figli di continuare il lavoro che gli adulti hanno fatto, e se lasciamo da parte quel delirio di onnipotenza, allora la storia non termina (non ha un FINE) ma è sempre cambiamento, trasformazione, è sempre continuazione.

Se non capiamo questo e pensiamo di durare per sempre rischiamo seriamente di non vagliare in nessun modo le conseguenze più lontane delle nostre scelte.

In questo senso l’anzianità è una benedizione non soltanto quando sa lasciare il passo, quando sa tramontare, far emergere la generazione successiva, ma soprattutto quando, da adulti si è capaci di guardare in prospettiva al bene dei propri figli.

Come si fa? Basta rileggere dall’inizio questi due articoli

Benedire i giovani nel passaggio generazionale

Superare il complesso di Saul nel passaggio generazionale