Benedire i giovani nel passaggio generazionale

Fidarsi di un giovane è un rischio, criticarlo è sempre un atteggiamento omicida.

Se da una parte il rischio non ci dice che andrà sempre bene, avere un atteggiamento disfattista nei confronti di un giovane significa portarlo al fallimento.
Senza fiducia verso un giovane non c’è più una connessione generazionale, bensì un conflitto generazionale.

Per un giovane l’adulto diventa un nemico che non gli permette di vivere.
Per un anziano il giovane può rappresentare invece la minaccia alla sua storia.

Un giovane un giorno mi ha detto: “Quando ci sarà un adulto che renderà possibile la mia ascesa, allora capirò che non potrò fare a meno di quell’adulto perché mi è necessario come una riserva di esperienza che mi rende saggio”.

Quindi gli imprenditori anziani devono essere capaci di poter lasciare un’eredità, di rendere possibile una successione, perché solo e soltanto se c’è un erede ciò che hanno fatto continua a vivere e non è destinato a finire, ad essere vanificato.

Quando gli anziani mettono i giovani nella condizione di poter accogliere la loro eredità, hanno salvato dalla morte ciò che hanno sempre ritenuto un bene, ciò che hanno percepito come decisivo dentro la loro vita.

In un certo senso potremmo dire, usando una metafora:
l’adulto che è capace di tramontare non muore mai veramente, perché la sua vita continua in chi ha preso il suo posto.

E dovrebbe essere consolante sapere che gli altri (giovani e collaboratori) lo pensano con stima e gratitudine.

Quindi siamo arrivati al punto di domandarci e capire: davanti al complesso di Saul, in che modo ci si deve collocare? La relazione con i giovani è un conflitto generazionale o un’eredità generazionale?

Gli anziani devono fare tesoro della loro vita per aiutare le nuove generazioni a saper riconoscere e ringraziare per il bene che è nascosto nelle cose che hanno fatto, una dimensione cui è possibile accedere soprattutto se i giovani riscoprono il valore della gratitudine.

La vita degli anziani è benedizione perché aiuta sempre a rintracciare quel bene nascosto che molto spesso è celato allo sguardo della nuova generazione.